Release Miofasciale

Concetti di base del release miofasciale

Il release miofasciale si basa sulla premessa che il terapista possa facilitare l’innata capacità del paziente di correggere la disfunzione dei tessuti molli che è una fonte della sua sintomatologia dolorosa. Altri approcci terapeutici contemporanei, come il massaggio connettivale, il rolfing o lo Strain Counterstrain, utilizzano gli stessi modelli miofasciali.

Il release miofasciale è una tecnica di stretching altamente interattiva che richiede un feedback dal corpo del paziente per determinare la direzione, la forza e la durata dell’allungamento e per facilitare il massimo rilassamento dei tessuti tesi o contratti. Riconosce che un muscolo non può essere isolato da altre strutture del corpo.

Il terapista che usa le tecniche di release miofasciale lavora con il paziente, non sul paziente.

Il release miofasciale è una tecnica di stretching passivo, nel senso che il paziente non contrae attivamente nessun muscolo per allungare la contrattura o scaricare la tensione. Il suo ruolo come leader è di stare sul lettino, concentrarsi sulle sensazioni del proprio corpo e permettere a questo di dirigere il trattamento del terapista. Quando il paziente funziona su questo livello, il release miofasciale assume la qualità di una danza talmente sciolta che è impossibile dire chi stia portando e chi stia seguendo.

Poichè nè il muscolo bersaglio, nè il suo antagonista stanno lavorando contro l’allungamento, l’attivazione delle fibre nocicettive – che trasmttono l’informazione dolorosa – è meno probabile: lo stato di rilassamento è così naturale e completo che non è raro che il paziente si addormenti durante la seduta.

Il Sistema Fasciale

Il Sistema Fasciale è l’insieme dei tessuti connettivi di origine mesodermica quali tendini, legamenti, capsule, guaine, aponeurosi, periostio (tessuto che ricopre le ossa), perimisio (t. che ricopre i muscoli), peritoneo (t. che riveste i visceri addominali), pleura (t. che riveste i polmoni), pericardio (t. che riveste il cuore).

Tutti questi tessuti distribuiscono le sollecitazioni meccaniche a cui sono sottoposti ai tessuti con cui sono in relazione: è come se formassero una fitta ragnatela dove ciò che riveste ossa, muscoli e organi sono i filamenti attraverso i quali vengono veicolate le informazioni, in questo caso, di natura meccanica (propriocezione).

Il sistema fasciale:

  • unisce, sostiene e protegge il corpo;
  • partecipa al mantenimento della postura e ala realizzazione del movimento;
  • contribuisce alla difesa immunitaria;
  • svolge un ruolo di ridistribuzione dei carichi che gravano sul corpo per evitare che una parte venga sovraccaricata in eccesso e si generi una patologia.

Spesso, dunque, il problema riferito è il risultato di una catena di eventi la cui origine può essere in un distretto corporeo lontano da quello in cui il disturbo si è manifestato. Ad esempio, una distorsione alla caviglia trascurata può ripercuotersi attraverso le strutture osteoarticolari fino ad arrivare a monte del corpo e dare disturbi cervicali o craniali; una cicatrice può esercitare azioni meccaniche che possono dare disturbi sia a livello viscerale sia osteoarticolare; la presenza di un ispessimento a seguito di infezioni, traumi, sovraccarichi funzionali può richiedere adattamenti posturali e motori che nel tempo causano disfunzioni.

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